Città di Naro

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Le Catacombe

Foto 59 - IngressoSono disseminate in varie zone vicino l'abitato: in contrada Canale, Coperta, Donnaligara, Rio e Val Paradiso, Fontana di Rose, Muggiarra, formando un complesso catacombale che potrebbe costituire un primo nucleo di parco archeologico.

In seguito ad opere di scavo vennero alla luce dei sepolcri incavati nella roccia, dotati di vasi attribuiti all'età greco-sicula.

Da un esame attento è stato stabilito che le scavature ed i vasi si succedono in una disposizione diacronica. Differendo da sepolcro a sepolcro, infatti, è stato ritenuto che la loro realizzazione era da collocare tra l'età della pietra e la colonizzazione greca attraverso l'età del bronzo e del ferro (a).

Nella contrada Coperta, si possono rintracciare resti di un centro urbano con materiale dal IV al V secolo a.C.

In contrada Paradiso si potrebbe celare, secondo alcuni studiosi, una zona archeologica di grande importanza.

Disseminati sul terreno si possono notare frammenti di ceramica, blocchi di pietra squadrati databile dal IV al II sec. a.C., resti forse di un impianto di età romana imperiale.

Foto 60Nella contrada Rio alcune tombe sono andate perdute, resta qualcuna in pessime condizioni.

Un'altra chiamata l'Ammirabile è andata distrutta durante i lavori del troncone ferroviario Naro-Canicattì nel 1906.

Il gruppo più importante e meglio conservato è quello delle catacombe esistenti nel costone meridionale, in contrada Canale (b).

Questo gruppo è caratterizzato da un lungo corridoio centrale con ingresso da Sud, preceduto da dromos, lungo le pareti si aprono nicchie, in cui sono collocate le sepolture.

Foto 61La più grande (ipogeo A) è conosciuta da sempre con il nome di Grotta delle Meraviglie (foto 59), esplorata dal francese Houel (1782), da due studiosi tedeschi J.Fuehrer e V.Schultze (1872), dal Cavallari (1879),dal Salinas (1896), fino ai naresi Domenico Riolo (1897) e Salvatore Pitruzzella (1938). Essa è preceduta da un lungo dromos, che si allarga in un'area semicircolare,alla quale si accede mediante un ingresso aperto nella parete del dromos. L'ipogeo "B" è contiguo al gruppo "A", con il quale comunica mediante un'apertura nella parete del dromos. L'ipogeo "C" conserva l'arco d'ingresso, con corridoio centrale,ai cui lati si aprono diverse nicchie con camere ipogeiche ed arcosoli a letto singolo e bisomi (foto 60).

Conserva diverse sepolture, ancora intatte, con lastre di copertura (foto 59). L'ipogeo "D" si trova poco distante dagli altri. È in pessime condizioni per diversi crolli. La datazione è del IV-V sec. a.C. Tutta la zona Canale, scavata ed esplorata in maniera sistematica, potrebbe rilevare altre catacombe, che potrebbero nel complesso costituire un grande parco archeologico, davvero interessante.

Foto 62Dal punto di vista artistico la necropoli è poco importante, mentre dal lato storico attesta che Naro già esisteva all'epoca cristiana ed il culto di Cristo pare che debba rimontare all'anno 50 dell'era volgare ai tempi di San Libertino, vescovo di Agrigento, mandato in Sicilia con Pancrazio, Filippo e Berillo, dal Principe degli Apostoli, a divulgare la fede di Gesù Cristo. È evidente che dalla dominazione romana alla conquista bizantina, Naro, da Statio per il ristoro di uomini e di cavalli, divenne un fiorente villaggio, con un numero di abitanti alquanto elevato, se si vuol considerare come testimonianza questo vasto cimitero paleocristiano di contrada Canale.

Ed ancora, numerose tombe nelle aree Serra Furore, Castellaccio, Siritino, Deli, (foto 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67).

Nella contrada Noce, dove alle sepolture dell'età del bronzo si aggiungono tombe paleocristiane, nella contrada Poggio Bisacce, dove resti di tegoloni attestano nel sito la presenza greca. Ed, altresì, al periodo ellenistico-romano pare che debba essere riferita la struttura di una villa, scoperta in circostanze fortuite lungo la strada costruita sulla vecchia linea ferrata a sud di Naro, vasto complesso che ancora oggi attende di essere scavato (c).

a) Cfr. Raccolta di antichità agrigentine, di A. Cristoforo Andreazzi, Roma 1798, tav.XXXIII, pag.20;
b) Mariano Armellini, Gli antichi cimiteri cristiani di Roma e d'Italia, Roma 1893, pag.735;
c) E. De Miro, in atti della tavola rotonda..etc. op., cit., pag.123