La Sagra del Mandorlo fiorito nacque, promossa dal locale dopolavoro, come una forma di svago, per iniziativa di menti poetiche e fantasiose, a Naro ed ivi celebrata per la prima volta il 27 febbraio 1938, con il naturale e suggestivo scenario della Valle del Paradiso, candida di mandorli fioriti. (cfr. Giornale di Sicilia-3 Marzo 1938-Anno XVI del F.)(foto 71).
Da principio fu veramente una festa legata all’ambiente, cioè una Sagra che riecheggiava il mito di Proserpina, con il ricordo dei tempi pagani, quando si celebravano la vita, la morte e l’avvicendarsi delle stagioni. Sfilavano così per le vie di Naro carretti ricolmi di fiori e belle donne in ricchi costumi, ballerini e suonatori di magarruna, di zufoli e di quartareddi, non solo di Naro, ma pure d’Aragona, Canicattì, Sciacca e di altri comuni della Provincia, con l’animazione, canora e strumentale, del poliedrico Sandro Giuliana Alaimo, appassionato cultore della Fulgentissima e dell’avv. Gero Rindone, (tenore lirico, poeta e compositore), della Sig.na Ida Tuttolomondo, insegnante dell’Istituto Immacolata Concezione, di Suor Gabriella Naselli, Superiora dell’Istituto, della nobile famiglia Naselli, principi d’Aragona (10-12-1879/31-10-1969), del Dott. Ignazio Burgio, delle sorelle Montalto (Assuntina, Rina ed Iole) e della Sig.ra Ornella Comparato in Contino, con l’intervento musicale della banda cittadina, diretta dal Maestro Angelo Zagra e del premiato quartetto a plettro, composto da Curto Rosario (mandolino), Rinaldi Angelo (Benjo), Marrix Giuseppe (violino) e Bonadonna Salvatore (chitarra)(foto 72), con la direzione del Maestro Ettore Zambuto, direttore tecnico provinciale dell’O.N.D. di Agrigento e tanti altri, come mostrano le foto ingiallite dell’epoca ed i ritagli dei giornali, che scrissero dell’evento. Della singolare manifestazione l’Istituto Luce girò un breve documentario, anche su interessamento del nostro benemerito concittadino Dott. Alfonso Gaetani, conte d’Oriseo, allora Federale di Agrigento del Partito Nazionale Fascista (foto 73). Chi avrebbe immaginato che la Manifestazione del Mandorlo fiorito avrebbe cambiato dopo il trasferimento ad Agrigento (foto 74/75), per volontà politica o per fattori logistici, con il passare degli anni il proprio aspetto di Sagra, cioè di Festa paesana, assurgendo a festa provinciale, che ha dato alla Manifestazione un’impronta prima nazionale e poi internazionale. Finirono i carri, cambiò lo spirito delle festa agricola. La Sagra divenne una sfilata di folklore internazionale, perché si invitarono altre compagini d’oltre Alpe, dell’Europa e del mondo per glorificare la Primavera. Della Sagra nata a Naro, rimane solo la ferace Valle del Paradiso, coperta da bianchi fiori di mandorli, mentre per il resto è diventata il simbolo della pace, dell’amicizia tra i popoli. |
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Da diversi anni Naro, per ricordare e continuare la tradizione della 1ª Sagra celebra la fioritura del Mandorlo con il nome di PRIMAVERA NARESE, grazie al costante interessamento degli Amministratori locali, degli operatori comunali ed all’attiva presenza del gruppo Val Paradiso, Città di Naro ed, ultimamente, del gruppo Fulgentissima, qualificati interpreti del folklore della Fulgentissima Naro.
La manifestazione da un lato ripropone la Sagra paesana, caratteristica della passata tradizione, con l’esibizione di gruppi locali nei loro costumi tradizionali, dall’altra l’inserimento di elementi nuovi, quali la partecipazione di gruppi popolari stranieri, che danno un’impronta cosmopolita e meno raccolta . Alla caratteristica ed interessante manifestazione partecipano, pertanto, numerosi gruppi popolari stranieri, oltre a diversi gruppi locali nei costumi tradizionali, con carri e carretti riccamente addobbati in ricordo di un folklore che scompare. Una simpatica e significativa tradizione della Sagra di Naro è l’elezione di Miss Primavera Narese, con l’assegnazione del trofeo AUREA FENICE, alla più bella ragazza partecipante alla manifestazione, per rivivere, in questo modo, il mito di Proserpina, simbolo della Primavera. a) Al Conte Gaetani si deve il riassesto della piazza Garibaldi, della via Archeologica e della via Dante, che venne lastricata con pietra lavica. Nel 1938 curò il restauro della chiesa di Santa Caterina e nel 1970 si interessò del finanziamento per il restauro della chiesa del SS. Salvatore. |
Pagina aggiornata il 21/03/2024