Città di Naro

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Storia locale

Foto 14 - Doploma con firma autografa di Ferdinando III di BorboneQui finisce il mito ed inizia la realtà storica. Naro posta vicino la costa e proiettata verso l'interno è da sempre stata luogo ideale per gli insediamenti umani e zona di scambi commerciali e culturali. Qui lo scorrere dei secoli ha lasciato tracce indelebili. Abitata fin dal neolitico, fu dapprima sede di popolazioni indigeni (Sicani), in seguito fu abitata dai Fenici e Cartaginesi, poi dai Greci ed in seguito dai Romani. Dopo il dominio romano, fu controllata dai Bizantini ed occupata dai Saraceni, per poi passare nelle mani dei Normanni, quindi occupata dagli Angioini, per poi passare sotto la signoria dei Chiaramonte, con cui conobbe un periodo di grande potenza militare e floridezza economica e, di seguito, degli Aragonesi ed, infine occupata dagli Spagnoli e dai Borboni.

A ragion veduta, quindi, il territorio di Naro e la sua storia, scolpita nelle pietre dei suoi monumenti, sono inseriti profondamente nella storia della Sicilia.

Terra di antiche tradizioni e di ospitalità, la Città di Naro vanta una storia millenaria fatta di lotte per la libertà e l'indipendenza, mantenuta con fierezza attraverso i secoli. Centro abitato di grossa consistenza durante il periodo arabo, con un castello, sede del potere politico ed una moschea, sede del potere religioso, annoverava grande importanza, militare ed economica nell'orbita agrigentina, durante la dominazione dei Berberi. Nel 1234 Federico II° di Svevia, Imperatore d'Occidente e Re di Sicilia, convocò in Messina un Generale Parlamento ed adornò Naro con il titolo di "Fulgentissima" e Le assegnò , quale Città Parlamentare, il XVII° posto del Braccio demaniale (a), che con il Braccio Baronale e quello ecclesiastico costituiva il Parlamento Siciliano, annoverandola fra le 23 Regie o Parlamenterie del regno di Sicilia. Da questo periodo intraprese un nuovo cammino di floridezza militare ed economica tale da poter battere monete raffiguranti nel diritto il capo coronato di Federico e nel rovescio la Civetta. Partecipò alla rivolta dei Vespri Siciliani, insorgendo il 3 Aprile 1282, quattro giorni dopo la rivolta di Palermo, quando era governatore Francesco Turpianò, che angariava la popolazione con inique gabelle. I Naritani attaccarono il castello, trucidarono tutti, governatore e soldati provenzali e per sfregio, li appesero per il collo, con le corde, fuori le mura, che guardano verso la vallata. Poi uccisero, in città, tutti i Francesi uomini, donne e bambini per estirpare anche il seme dei Francesi. (b)

Foto 15 - La Sicilia divisa in ValliNel 1366 passa sotto la Signoria di Matteo Chiaramonte, la cui famiglia incise molto sulla storia della Sicilia e della città di Naro, per circa un secolo, rendendola fiorente, tanto da condividerne la gloria ed, anche, il destino avverso. Naro accresce sempre più la sua potenza con l'arrivo degli Aragonesi e del re Federico II d'Aragona, il quale fece costruire la torre maggiore del castello nella Ia metà del sec. XIV, periodo in cui il re Aragonese soggiornò a Naro. Della sua presenza abbiamo notizia nei Capitolati del regno, emanati a Naro il 9 marzo 1324.

Nel 1489 la cittadinanza ottenne da Ferdinando il Cattolico il privilegio di essere governata da ufficiali non stranieri: il Capitano, il Commissario ed il Procuratore dovevano appartenere alla nobiltà cittadina.

Il 10 giugno ottenne da Carlo V, per petizione presentata da Don Girolamo d'Andrea, nobile naritano, il privilegio di essere dichiarata e chiamata "CITTA'", poiché fino a quel tempo si chiamava Terra del Demanio di Naro, unitamente al "Mero e Misto impero", ossia il diritto di esercitare giustizia civile e penale da sé, privilegio di cui godeva, allora, solo Palermo e Messina. Nel 1615 nel Parlamento Generale tenutesi a Palermo, ottenne il privilegio di essere nominata Capo Comarca, cioè sede giudiziaria e finanziaria, avente giurisdizione sulle terre e città di Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Palma di Montechiaro, Camastra, Favara, Racalmuto, Grotte e Delia. Nel 1645 ottenne, altresì, il privilegio del "Bussolo Senatorio" e, cioè, i Giurati ed i Patrizi avevano il titolo di Senatori (S. P. Q. N.). Tale privilegio Le verrà confermato da Ferdinando III di Borbone, con diploma regale datato Palermo 10/10/1806 (foto 14).

Nel 600 l'aumento della popolazione (c) rese possibile ormai l'espansione della Città, che si verificò lungo le direzioni nord-ovest e sud-ovest, formando così nuovi quartieri, l'ultimo dei quali è il "Lazzaretto". È proprio in questo periodo che, grazie al mecenatismo della Chiesa, la città si arricchisce di notevoli organismi monumentali, alla cui costruzione hanno lavorato maestri ed artigiani di genio e di grande forza creativa.

Questo è un periodo importante dal punto di vista urbanistico ed architettonico. Gli aspetti che caratterizzano l'assetto della città sono: l'arrivo dei Gesuiti e la sistemazione dell'impianto di San Francesco, che determinano dal lato urbanistico l'incrociarsi dei due assi, via Dante e via Lucchesi, dall'altra determina la formazione di due poli, uno culturale (collegio dei Gesuiti) e l'altro socio-politico (il piano di San Francesco). Il Collegio degli studi si occupò dell'istruzione dei giovani di Naro, mentre il piano di San Francesco rappresenta il centro dove i nobili della città si ritrovavano. Più avanti il Convento dei Francescani diventa Municipio (1800). Nel 700 Naro vede ancora accrescere il suo patrimonio edilizio. Fra gli elementi di spicco vi è la costruzione della Scalinata del Duomo. Fra la fine del 700 e gli inizi dell'800, si procede all'abbattimento delle mura. Nello stesso periodo si arricchisce di numerosi palazzi signorili. Si realizzano opere pubbliche di grande importanza come il Cimitero e la rete fognante. La condotta dell'acqua si ha nel 1911/13 e l'illuminazione nel 1924-28. La Città incomincia ad assumere la forma attuale a fuso allungato. Ma a seguito del Congresso di Vienna del 1812, quando fu costituito il Regno delle Due Sicilie, sotto Ferdinando IV di Borbone, si procedette nel 1817 ad una riforma dell'Amministrazione civile e, pertanto, la Sicilia, sino ad allora divisa in tre Valli (Mazzara, Demone e Noto), venne riportata in sette intendenze, da cui dipendevano i Comuni. Naro, quindi, divenne Comune dell'Intendenza di "Girgenti". Perdeva, pertanto, la sua prerogativa di Città Parlamentare e cessava di essere Capo Comarca, per entrare nel modesto ruolo di Città di provincia. E Naro, orgogliosa e fiera, tale da meritare il titolo di "Fulgentissima", continua a mostrare, dall'alto del suo monte, le vestigia di questo glorioso passato, per le strade e le piazze, sfidando i secoli per continuare a testimoniare il loro messaggio di civiltà e di storia. Un insieme di monumenti e d'opere d'arte che, anche se non eccezionali, tuttavia meritano, unitamente allo splendido paesaggio, di essere conosciuti e conservati.

a) Fra Saverio Cappuccino, op.cit.
b) Primo esempio di liberazione dato al mondo rimasto leggendario, tanto che "fare il Vespro", volle significare liberarsi dai tiranni e dagli stranieri.
c) nel 1153 era un casale molto popoloso, ne parla Edrisi in B.S.A., 1277 (4993 abit.), 1366/76 (4189 abit.), 1434/43 (6464 abit.), 1490 (era già città demaniale retta da un capitano, ASPA, Real Cancelleria, vol. 142 c 499), 1505 (7105 abit.), 1548 (7765 abit.) 1595 (4725 abit.e 1496 case), 1623 (6428 abit.) 1636 (8257 abit.), 1651 (si enumeravano 1978 case e 7973 abit.), 1681 (7340 nel 1652 si enumerarono 1978 case e 7973 abit.), 1681 (7340 abit.), 1713 (1978 case e 7886 anime), 1741 (8061 abit.), 1748 (9386 abit.), 1798 (10793 abit.), 1831 (10739 abit.), 1852 (10.231 abit.) con un territorio di salme 8272,164.